Lunedì, Maggio 13, 2024

Sestogrado

Notizie

Nuove escursioni!!

Aggiunte nella pagina dedicata all'ESCURSIONISMO alcuni nuovi itinerari.



  • Monte Losetta in val Varaita

  • Laghi di Fremamorta in val Gesso

 

Dica trentatre! (ovvero come cucinare una gara ben riuscita)

 Cosa ci va per cucinare una corretta gara di boulder amatoriale?
Innanzitutto ci vanno le strutture: eterogenee e che si prestino a differenti stili di scalata. Tutti gli stili devono potere avere il loro spazio.
Quantità: blocchi per tutti e tanti; tutti si devono potere divertire.
Evitare l’affollamento: non bisogna che ci si prenda a pugni per provare i blocchi.
Condizioni meteo tollerabili.
Una finale entusiasmante, per gli atleti e per il pubblico, formato quasi sempre ed in maggioranza da atleti che non hanno acceduto alla finale.

Diciamo che ci abbiamo provato. Il tempo è stato inclemente, da un caldo porco si è passati alla più imponente supercella temporalesca del 2006. Ma è passata pure quella.
Così un’ottantina di cuneesi si sono ritrovati a scalare su un fungo nuovo, satollo di ben venti boulder, difficoltà assortite e scalata per tutti. Più tredici problemi in giro per le vele.
Quindi, se si fanno i conti in base 10, si hanno 20+13=33 blocchi!

Se sono troppi fate i conti in base 33 ed avrete solamente 10 blocchi.

Difficoltà per tutti, dalla A alla Zeta, passando per la B di Bukowski, dalla C di Cege e dalla P del Penna e del Pino, tutti soddisfatti.

Un po’ di sovraffollamento sul fungo, ma c’erano più di 3 (tre!) ore per scalare e stancarsi, così nessuno si è mangiato i calcagni.

Passiamo alla cosa che più riferisco, ovvero i punti da ricordare: la gente sul fungo che non riesce più a scendere perché c’è altra gente che sale, Melissa che toppa la placca verde di 6 metri, il tutto a 9 anni, le cadute fragorose sui crash-pad, Axel che vola di qua e di là, il Lollo col cappello di paglia,
Teo che anche se ha idee politiche opposte alle mie toppava proprio tutto,Nestu direttamente dal Canada in grande spolvero e poi… tutti coloro che non hanno resistito alla tentazione della damigiana di vino rosso, ed hanno finito a strisciare per terra anche se sono arrivati a ridosso della finale a otto (ti ricorda qualcosa eh, Maldi?).

Passiamo al report della finale.
Come da buona gara sociale a sorpresa, la finale è stata una via (stupore…) anche se la voce era già scorsa, in particolare negli ambienti monregalesi, laddove si sa che il pettegolezzo è d’obbligo più che tra le scimmie di Gibilterra…

 Ma basta, partono le donne, e sigh.. Giorgia, una delle finaliste più grintose, ottima quarta in qualifica decide di non partecipare, purtroppo non ha mai messo l’imbrago in vita sua… Si tenta un breve corso per spiegarle come si moschettona, ma il tempo scorre e the show purtroppo must go on.
Così una grintosissima Cristina Giri arriva subito altissima, seguita da una rabbiosa Lidia che si fregia di una prestazione superlativa eguagliandola. Parte poi la mitica lady di ferro Paola Barale, che commette qualche incertezza e cade poco sotto. Ma spazio ad Elisa Pellegrino, che parte in quarta e mi fa prendere un coccolone quando con la corda sotto il piede continua continua e non moschettona, arriva poco sotto Lidia e Cri ma il braccio non risponde più, e lei è piccola piccola…

E’ poi il turno delle due Elene mattatrici dell’arrampicata cuneese, che sfoggiano la loro classe, con Elena Chiappa una presa sopra Elena Ghiso… applausi per tutte, si passa ai maschietti.

 Axel, con un paio di bermuda che avrebbero fatto storcere il naso anche al più freak PapaCoolDuVerdon parte come sulla rampa di Cape Canaveral, ma si spegne dopo poche prese, da buon blocchista.
Delizia il pubblico Max Giri, che sale sale, vibra e sale ancora, e quando si accorge che non ne ha più tira uno schiaffo acrobatico con rotazione al grande volume, che rimane ancora ora nei nostri occhi, mandando tutti gli astanti in delirio. Incredibile.
Arriva poi un Lollo appaluditissimo, ma che dopo poche prese storce il naso dal dolore per il suo dito infiammato ed è costretto a venire giù.. Bravo comunque Lollo!
Il grande Celoria dopo di lui sale e sale, cade poi per un errore di interpretazione combattendo da leone.
Ora arrivano le belve, ma sia Andre Bonelli, tradito da un triplice scivolamento di piede su dieci prese, che Matteo Pino, che sbaglia cercando di tenere una presa per il piede, che Ale Penna e Teo Langhetti cadono alti in una via infingarda.

La gara è così di un maestoso Max Giri, seguito da Pino e da Penna.

Paulo Bertolotto

   

Problemi di navigazione CC

In questi 2 giorni il server sul quale poggia il sito ha avuto un guasto tecnico serio, impedendo di fatto la navigazione ai siti sul quale poggiano. Ci scusiamo per l'inconveniente.

   

Inaugurazione Boulder Outdoor al C3P!!!

Sabato 24 Giugno a partire dalle ore 14.00 verrà inaugurata la nuova area boulder esterna del C3P (Climbing Center Chiusa Pesio), uno splendido cubo con tantissime vie tracciate dagli esperti Seve e Bruno. Appuntamento immancabile!

   

Gite Gite Gite!!!

Aggiunte un sacco di nuove gite nella pagina dedicata all' ESCURSIONISMO. Buona consultazione.

   

La Brigue

Disponibile la recensione sulla falesia di LA BRIGUE in val Roya.

   

Torino Street Boulder Contest 06

http://www.downloadlisgo.com/CIN/dieghi/sbc1.jpg" border="0" alt=" " hspace="2" vspace="2" width="320" height="240" align="left" />E’ una tranquilla sera d’estate quando, armato del giusto spirito sovversivo, passo a prendere Lele a Mondovì. La destinazione è un luogo semisconosciuto di Torino. Partiamo, belli e dannati, Stasera si fa la rivoluzione. E noi non mancheremo.
Il primo inconveniente istituzionale viene oramai a Torino, in una tappa intermedia per prendere due amici. Uno arriva, l’altro tarda. Lo precede la polizia.
-Documenti- e si chiudono dentro.


Intanto perdono cinque minuti dietro la carta di identità del Lele, sfogliata con occhi assatanati dalle tute nero-blu manco fosse una rivista porno..


-Dove andate ragazzi?-
-Mah, pensavamo di fare una capatina ad un raduno di arrampicata sui palazzi, ovviamente abusivo!-
mi balena in testa, ma: -Niente, aspettiamo un nostro amico di Torino, per uscire un po’-
-Dove?-
-Eccheccaxxovenefrega?- ma ancora mi trattengo
-Murazzi- dico, con aria fragile.
(le risate..)
-Buona serata, ragazzi, e fate attenzione giù ai Murazzi-


E si va, accontentandosi di fare la figura dei tre barotti cuneesi in cerca di divertimento facile nella grande città, vestiti di cenci da montanari. Meno male che non hanno visto i crash pad.


Ora siamo pronti.


http://www.downloadlisgo.com/CIN/dieghi/sbc3.jpg" border="0" alt=" " hspace="2" vspace="2" width="320" height="240" align="left" />Quanti saremo? 100? 150? 200?
In un attimo siamo attaccati a giochi per bambini, cartelloni per la pubblicità, muri cadenti ed addirittura fontane. Divertente, sì, divertente, e curata l’organizzazione, con mappa dei blocchi (tantissimi, impossibile provarli tutti in due ore), maglietta, informazioni accurate..
Forse è un po’ dispersivo, ma in fondo che si vuole, più ordine? Ma per piacere… Da ricordare il cartellone di quattro metri e mezzo, il lancio storto alla finestra, la rimonta del tubo del gas, il lancio impossibile sullo spigolo dove ho lasciato due etti di pelle con le dita a perdere nei fori dei mattoni.
Tre i settori, tantissimi i passaggi, bell’entusiasmo generale. In giro per le strade di Torino con i crash, chi l’avrebbe mai detto?
La finale è il punto d’incontro, di aggregazione di questa massa pulsante, ed anche se io appena la vedo mi metto le mani nei capelli (aaaarrggghhh.. una placca!) abbiamo la sorridente Anita Manachino che la toppa per prima, portando a casa la prima vittoria ad uno SBC di una donna. Finalmente un po’ di vero potere al femminile! Emma Goldman sarebbe contenta.


http://www.downloadlisgo.com/CIN/dieghi/sbc4.jpg" border="0" alt=" " hspace="2" vspace="2" width="240" height="320" align="right" />Tutti acclamano, la serata finisce al pub, mentre io ed il compare inforchiamo la strada a pagamento e torniamo sui nostri monti, così alle due e mezza davanti ad una birra sentiamo che è bello riprendersi la città, anche se la città non è nostra, noi non ci viviamo, rudi montanari quali siamo, e nonostante sulle rocce nude e dure siamo più felici forse questo è un bel momento, c’è un vero movimento, tutti insieme a scalare due muri.
 Il bello è stato essere là, tutti uguali davanti ad un muro, ad urlare non slogan –anche se un po’ mi sarebbe piaciuto-, ma solo incitazioni, poi buttarsi a provare, il tutto con un minimo comune denominatore da favola, l’arrampicata.
Che per definizione è anarchica, e le regole le scegli come vuoi.


Paulo Bertolotto

   

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